La ragazza delle meraviglie. L’incredibile storia di Joséphine d’Yquem al “De Felice meets Wine Makers”

 

De Felice meets Wine Makers. È questo il nome di una manifestazione che, attraverso convegni e degustazioni, consente agli studenti dell’Istituto Superiore G. De Felice Giuffrida – Olivetti di avvicinarsi al mondo del vino grazie al contatto diretto con i protagonisti e i contenuti di un settore che in Sicilia — e non solo — riveste un ruolo di primo piano.

Lo scorso 25 ottobre, l’Istituto che porta il nome del sindaco per antonomasia di Catania, Giuseppe De Felice Giuffrida, e di due grandi imprenditori italiani, Camillo e Adriano Olivetti, ha ospitato la quarta edizione della manifestazione, incentrata sul congresso dal titolo Il riscatto di un territorio: la rinascita attraverso i vini muffati, moderato dal giornalista Antonio Iacona.

Introdotto dal docente dell’Istituto e presidente della delegazione ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) di Catania, Danilo Trapanotto, l’incontro è stato strutturato in due parti.

La prima è stata caratterizzata da interventi e testimonianze di produttori siciliani che hanno posto l’accento sulla corretta promozione del turismo enogastronomico, fondata sulla conoscenza dei prodotti della trasformazione e dei vini siciliani, espressione autentica di un valore culturale e paesaggistico lontano dagli stereotipi sulla Sicilia e sull’Etna.
Dai contributi dei partecipanti è emersa la necessità di puntare su identità, qualità e nuove generazioni, considerate la vera ricchezza presente e futura dell’isola.

La seconda parte della manifestazione è stata dedicata al contributo di Christel De Lassus, storica francese della moda e del lusso, appassionata di enologia. Dopo gli studi all’Institut d’Études Politiques di Parigi, De Lassus ha intrapreso un percorso di ricerca e divulgazione dedicato alle storie di donne che si sono distinte nei rispettivi ambiti professionali.

Professeur des universités presso l’Università Gustave Eiffel di Champs-sur-Marne (Francia), è autrice del volume La ragazza delle meraviglie. L’incredibile storia di Joséphine d’Yquem (Slow Food Editore), insignito del prestigioso Premio Montesquieu.

Le vicende della protagonista del libro, Françoise-Joséphine de Sauvage d’Yquem, coniugata de Lur Saluces, affondano le radici nella storia di una delle cantine più antiche e celebri di Francia.

Nell’antica Aquitania — passata dall’Inghilterra alla Francia nel 1453 — Jacques Sauvage ottenne nel 1593 il feudo di Yquem, fondando lo storico Château d’Yquem, oggi simbolo assoluto dell’enologia mondiale. Basterebbe ricordare che, nel 2016, una bottiglia del 1811 fu acquistata per 75 mila sterline (circa 85 mila euro) da Christian Vanneque, ex capo sommelier del ristorante stellato La Tour d’Argent di Parigi: è tuttora il vino bianco più costoso al mondo.

I possedimenti della tenuta — circa 100 ettari — si estendono su colline di suoli argillo-calcarei e sabbiosi che dominano il paesino di Sauternes, una delle Appellation d’Origine Contrôlée più note. Le viti beneficiano di un microclima unico che favorisce lo sviluppo della Botrytis cinerea, la “muffa nobile” che dona ai vini dolci di Sauternes il loro gusto inconfondibile (esiste anche una rara versione secca). I vitigni principali sono Sémillon, in larga parte, e Sauvignon blanc.

A circa quaranta chilometri a sud di questa regione nasce, nel 1768, Françoise-Joséphine, in una famiglia di nobili proprietari terrieri. Fin da bambina condivide la passione del padre per le vigne e il vino. Nel 1785, rimasta orfana, eredita i terreni di famiglia e sposa il marchese Louis-Amédée de Lur Saluces, frequentatore della corte di Versailles, ambiente che la giovane non amava ma che fu decisivo per l’affermazione del suo vino.

Tornata a Sauternes, rimasta vedova dopo aver avuto due figli, assunse la guida dell’azienda a soli vent’anni, in piena Rivoluzione francese. Dimostrò presto fermezza, visione e capacità imprenditoriale, qualità che portarono nel 1855 all’assegnazione esclusiva del titolo di Premier Cru Supérieur allo Château d’Yquem.

Françoise-Joséphine è oggi riconosciuta come una figura pionieristica del vino mondiale, riscoperta e valorizzata proprio grazie alla ricerca di Christel De Lassus.

La studiosa ha dedicato tre anni di lavoro alla stesura del libro: inizialmente non esisteva una biografia compiuta di Joséphine, e persino negli archivi più importanti le fonti risultavano scarse. Si è quindi rivolta alle famiglie discendenti dell’imprenditrice, ottenendo lettere e documenti inediti che le hanno consentito di ricostruirne la storia.
Attraverso queste testimonianze, De Lassus ha delineato il ritratto di una donna capace di innovare profondamente la propria azienda e il modo di concepire il vino: fu lei la prima a comprendere il valore della muffa nobile nella vinificazione, a creare un’etichetta identificativa del suo prodotto, a realizzare una cantina ipogea per vinificare sul luogo di produzione e, soprattutto, a difendere con tenacia il futuro dei suoi figli e del vino stesso.


Sono intervenuti tra gli altri: Anna De Francesco, dirigente scolastica e professoressa; Marika Mannino, direttrice della Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna; Angelo Iuppa, dell’Azienda Agricola Iuppa; Antonio Cianci di Edomè; Beniamino Fede di Azienda Agricola Fede Beniamino; Pietro Di Giovanni, enologo e produttore di Curo di Marchesa; Rossana Di Mauro, docente di lingua francese dell’Istituto 8 che ha fatto la traduzione simultanea dell’intervento della prof.ssa De Lassus); la docente universitaria presso il Dipartimento di Economia e Impresa di Catania Agata Matarazzo.

di Gianmaria Tesei