Baglio di Pianetto apre una nuova fase e concentra il proprio futuro sulle alture di Santa Cristina Gela e Piana degli Albanesi, nel cuore collinare della provincia di Palermo. La cantina guidata da Gregoire Desforges Marzotto ha deciso di cedere la Tenuta Baroni di Noto alla Società Agricola Halaesa, inserendo questa operazione in un più ampio percorso di riorganizzazione e riposizionamento.

Gregoire Desforges, presidente della cantina Baglio di Pianetto
È un passaggio che arriva dopo quasi trent’anni di storia: il nipote dei fondatori Paolo e Florence Marzotto raccoglie il testimone di famiglia e lo orienta verso una viticoltura di quota, con un’identità più netta legata a un solo territorio. Oggi Baglio di Pianetto coltiva 106 ettari vitati di proprietà tra Contrada Pianetto e le pendici che circondano Piana degli Albanesi, tutti in regime biologico certificato, confermando la dimensione di un’azienda radicata nel paesaggio agricolo delle montagne sopra Palermo.
La scelta comunicata da Desforges punta a concentrare i vigneti esclusivamente nelle aree montane attorno Palermo, dove l’azienda ha la sede principale. In questo arco di colline si forma un mosaico di microclimi che favorisce la produzione di vini caratterizzati da freschezza, buon equilibrio acido e profili aromatici nitidi. Secondo il presidente di Baglio di Pianetto, la razionalizzazione delle superfici vitate e delle distanze tra vigneti e cantina permetterà anche di ridurre l’impatto ambientale, limitando i trasferimenti di uve e il consumo di acqua, più contenuto in queste zone d’altura. La guida enologica è affidata a Graziana Grassini, chiamata a leggere questo contesto climatico e geologico con una linea orientata a vini di alto profilo.
Sul versante opposto dell’operazione c’è Halaesa, Società Agricola S.r.l. con sede in Sicilia e tra i riferimenti nazionali per la produzione sostenibile di avocado. L’acquisizione della Tenuta Baroni rientra in un piano di ampliamento della filiera, sempre più centrata sull’isola, con l’obiettivo dichiarato di costruire un modello agricolo integrato e responsabile. L’azienda prevede di portare le superfici complessive fino a 500 ettari nel 2026, grazie a un nuovo aumento di capitale, rafforzando la propria capacità produttiva e la continuità delle forniture.


