Si è conclusa da poco la raccolta 2025 di Feudo Disisa, storica azienda della Doc Monreale, che quest’anno raggiunge un traguardo di grande valore: la conversione completa al regime biologico. Un passaggio che segna l’inizio di una nuova fase produttiva, fondata sul rispetto dell’ambiente, sulla sostenibilità e su una più profonda valorizzazione del patrimonio ampelografico e paesaggistico del territorio.
Dopo alcune annate segnate da stagioni irregolari, il 2025 ha riportato equilibrio e armonia. Le piogge invernali e primaverili, ben distribuite, hanno creato riserve idriche preziose; l’estate calda ma moderata ha garantito alle viti uno sviluppo regolare, mentre un inverno mite ha anticipato leggermente la maturazione, mantenendola sotto controllo grazie a interventi mirati. Il risultato è una vendemmia omogenea, con uve di eccellente profilo qualitativo e una maturazione lineare che promette vini equilibrati e complessi.
La raccolta è iniziata il 4 agosto con lo Chardonnay destinato alle basi spumante, per proseguire con Fiano, Grillo e Catarratto. A settembre è toccato alle varietà a bacca nera: Syrah, Merlot e Nero d’Avola, seguiti da Perricone e Cabernet Sauvignon, vendemmiati con circa una settimana di anticipo rispetto agli anni precedenti.
«La nostra sfida – spiega Mario Di Lorenzo, alla guida dell’azienda insieme al padre Renato – è produrre vini che uniscano intensità e finezza, mantenendo equilibrio ed eleganza. Con la vendemmia 2025, la prima interamente certificata in biologico, vogliamo consolidare un percorso che intreccia qualità e sostenibilità, in una viticoltura rispettosa dell’ambiente e orientata al futuro».
Grande attesa accompagna ora le nuove espressioni in bottiglia di alcuni dei vini più rappresentativi della cantina: Chara(Catarratto e Inzolia), Grillo e Granmassenti Perricone, chiamati a interpretare al meglio le peculiarità dell’annata. A suggellare questo nuovo corso, arrivano anche due importanti riconoscimenti al Lu Bancu 2024: il faccino DoctorWine 2026 con 96 punti e il titolo di Miglior Catarratto. Segnali che confermano la centralità di questa varietà nella filosofia produttiva di Feudo Disisa.
«Il Catarratto – aggiunge Di Lorenzo – non è soltanto parte della nostra storia, ma il cuore della nostra identità. Rappresenta un patrimonio enologico e culturale che intendiamo custodire e reinterpretare con rigore. Insieme al Perricone, costituisce il pilastro su cui costruiremo il nostro futuro, unendo tipicità territoriale ed eleganza stilistica».
In questa direzione si colloca anche il Progetto Arca (Associazione Regionale Catarratto Autentico), un’iniziativa che mira a coniugare ricerca scientifica e identità territoriale. Al centro, proprio il Catarratto: vitigno resiliente, versatile, simbolo di continuità tra tradizione produttiva e innovazione sostenibile.

