Ricordiamolo: Alta Mora è il progetto etneo della famiglia Cusumano, avviato nel 2013 con l’acquisizione di parcelle ad alta quota sul versante nord dell’Etna, tra Castiglione di Sicilia e Randazzo. Qui, su suoli sabbiosi di origine lavica e in condizioni climatiche estreme, la cantina lavora esclusivamente con vitigni autoctoni, in particolare Carricante e Nerello Mascalese.
“Arrigo” è l’ultimo nato della casa. Prende nome dalla omonima Contrada presso Linguaglossa ed è prodotto da uve Carricante in purezza, vinificate in legno grande e affinate per sei mesi sui lieviti. L’annata 2022 – la prima come vino di Contrada – si distingue per precisione espressiva: al naso, note di agrumi, erbe officinali e pietra focaia; al palato, una trama sapida, definita, fine, sorretta da un rigore verticale e da un finale lungo, lievemente affumicato.
Su Arrigo ci preme dire che è una delle contrade dell’Etna che riteniamo più sottostimate. Allevata per lo più a Nerello Mascalese, dà alla luce vini dalla struttura raffinata e dalla personalità complessa. Le note olfattive includono solitamente ciliegia, frutti rossi e accenni balsamici, tipici del terroir etneo. Ma anche tannini eleganti, freschezza vibrante e persistenza aromatica. Certo, non in questo caso. Tuttavia la circostanza suggerisce una importante vocazione su entrambi i tipi di vinificazione, tanto in rosso quanto in bianco. Arrigo è un micro-territorio emblematico capace di esprimere forte identità geografica.
Una curiosità: una bottiglia della cantina appare in una scena della serie Netflix Survival of the Thickest, sbarcata in Italia il 27 marzo. Non è placement, né vanto, ma un segnale curioso di quanto certi vini etnei inizino a circolare anche in contesti inattesi. Nel settimo episodio, l’autrice-attrice Michelle Buteau, che interpreta la stilista Mavis Beaumont, si presenta all’incontro galante a casa dell’ex compagno con una bottiglia di Alta Mora da abbinare a una cena a base di piatti italiani. Il resto lo lasciamo alla curiosità degli spettatori.
FP
