Dal 26 al 28 settembre Santa Venerina ospita la ventottesima edizione di EnoEtna, storica manifestazione dedicata ai vini del vulcano e alle eccellenze enogastronomiche del territorio. Il borgo etneo trasformerà piazza Dott. Giovanni Pappalardo in una vetrina di sapori, cultura e tradizioni, con il coinvolgimento di cantine, distillerie e produttori locali.
L’iniziativa, organizzata dal Comune, nasce per valorizzare una comunità che da secoli lega la propria identità alla vite e alla distillazione. «Le vigne a terrazzamento, le custere, le tante cantine e le ciminiere raccontano una storia unica – ha dichiarato il sindaco Santo Raciti – fatta di successi imprenditoriali ma anche di piccole produzioni familiari che ancora oggi arricchiscono la nostra offerta culturale ed enogastronomica».
Il programma prevede banchi di assaggio con i vini di circa 30 cantine etnee alla Casa del Vino e del Vendemmiatore, che ospiterà anche mostre ed esposizioni fotografiche. Masterclass e incontri a cura di Cronache di Gusto offriranno momenti di approfondimento sulle produzioni e sulle colture dell’Etna. Accanto al vino, spazio a distillati, rosoli, liquori tipici e olio extravergine d’oliva delle campagne etnee.
Tra gli appuntamenti più attesi torna il Palio Nazionale delle Botti, con squadre provenienti da diverse città italiane che si sfideranno spingendo botti lungo le salite del centro storico. Previsto anche il Mini Palio delle Contrade per i più piccoli, accanto alla partecipazione formativa degli studenti dell’Istituto agrario “A. Mazzei” e dell’alberghiero di Giarre.
Non mancheranno i momenti di intrattenimento musicale: il 26 settembre in piazza Roma si terrà il concerto di Mario Incudine con il suo “Senso della misura” live. L’iniziativa sarà preceduta dalla Sagra della Mostarda, in programma il 21 settembre, pensata come anteprima di EnoEtna.
«Con il tempo – ha ricordato l’assessore Saro Di Maria – EnoEtna è diventata la “Piazza delle Eccellenze della Sicilia e dell’Etna”, un palcoscenico per cantine, distillerie e realtà agroalimentari di qualità, ma anche un luogo di memoria e visibilità per l’identità della nostra comunità».