Si è appena conclusa l’edizione 2025 di Spumanti dell’Etna, ideata da Francesco Chittari, ideatore dell’evento e presidente dell’Associazione Spumanti dell’Etna, che quest’anno è tornate nelle sale monumentali di Palazzo Biscari, a Catania. Una tre giorni dii approfondimenti tecnici, degustazioni guidate, masterclass tematiche e dialoghi con produttori, critici e operatori del settore.
Molto più di un trend, gli spumanti dell’Etna confermano che il vulcano più alto d’Europa è un territorio vocato alla spumantizzazione e che la firma stilistica dei vini è piena espressione della varietà dei versanti dell’Etna.
“La risposta del pubblico conferma che il metodo classico etneo non è solo una categoria produttiva, ma un’identità culturale”- afferma Francesco Chittari in questa intervista.

Si è appena conclusa l’edizione 2025 di Spumanti dell’Etna. Che bilancio possiamo fare di questa edizione?
Spumanti dell’Etna ha riportato al centro della scena il racconto del metodo classico vulcanico, confermandosi come uno degli appuntamenti più autorevoli dedicati alla spumantistica. Tre giorni intensi tra vigneti, cantine e la cornice monumentale di Palazzo Biscari hanno dato vita a un programma ricco di approfondimenti tecnici, degustazioni guidate, masterclass tematiche e dialoghi con produttori, critici e operatori del settore. L’edizione 2025 si è chiusa con risultati eccellenti: grande partecipazione in ogni appuntamento, altissima affluenza della stampa, coinvolgimento crescente da parte dei professionisti del vino e una presenza capillare delle cantine del territorio. Un risultato che conferma la maturità di un progetto culturale che sta rafforzando l’immagine dell’Etna come area di riferimento per il metodo classico italiano.
Il progetto di Spumanti dell’Etna è molto ambizioso. Vuole essere molto di più di un evento del mondo del vino?
Spumanti dell’Etna nasce con una visione: valorizzare l’identità del vulcano attraverso il metodo classico, mettendo in dialogo altitudine, varietà autoctone, versanti e interpretazioni enologiche. L’obiettivo è unire studio, confronto e divulgazione, costruendo un racconto che non celebri soltanto i vini, ma anche cultura, artigianalità e paesaggio. Spumanti dell’Etna non vuole creare un semplice evento, ma un luogo di confronto reale. Ogni edizione è un viaggio nella profondità del vulcano, nella sua identità e nelle sue visioni. La risposta del pubblico conferma che il metodo classico etneo non è solo una categoria produttiva, ma un’identità culturale.

Qual è la cifra stilistica degli spumanti dell’Etna
L’Etna ha trovato nella spumantistica uno dei suoi linguaggi più convincenti.
Gli elementi che definiscono la “firma etnea” sono: verticalità aromatica, tensione acido-sapida, mineralità vibrante, finezza delle bolle, eleganza del profilo gustativo.
Possiamo parlare di una nuova frontiera degli spumanti dell’Etna
La nuova frontiera è fare squadra insieme e avviare una comunicazione ad hoc per la spumantizzazione sull’Etna e il territorio, anche fuori dalla DOC. Lo stile del territorio è l’elemento che caratterizza gli spumanti dell’Etna, che esprimono pienamente il territorio senza cedere alla moda né alla firma dell’enologo.
Questo vuol dire che, a prescindere dai vitigni che vengono utilizzati, c’è una firma unica: quella del vulcano. E se la nota salina è più presente nelle produzioni ad Est, a Nord è la nota minerale a caratterizzare di più gli spumanti.
C’è ancora del potenziale inespresso?
Tantissimo, ma è spesso frenato dal timore da parte dei produttori che temono di sottrarre tempo ed attenzione da altre tipologie di vini. Il lungo affinamento – che in alcuni casi si spinge fino a 120 mesi – è uno di quei potenziali sui quali si sta investendo molto, insieme alla spumantizzazione da Carricante.

In Sicilia sono ottanta i produttori di spumante e di questi, quaranta sono produttori sull’Etna. Il vulcano è davvero un territorio vocato alla spumantizzazione?
L’Etna è un territorio unico e questi dati confermano che è anche un territorio complesso e vario. Mancano solo i vini dolci per completare una narrazione del vino dove ogni tipologia diventa espressione unica del territorio.
Quali sono le previsioni future?
Prima della vendemmia 2011 erano soltanto in sette a produrre spumanti sull’Etna. Oggi, siamo arrivati a quaranta produttori, dentro e fuori la DOC. I numeri parlano chiaro: il trend è in crescita. Anche con la contrazione attuale del mercato attuale e le difficoltà di placement, molti produttori stanno già investendo nella spumantizzazione. Il futuro è quindi puntare sull’unicità dell’Etna, pensando al valore e al peso del brand “Etna” e di fare squadra. Bisogna evitare scivoloni, passi falsi, e attivare sinergie tra associazione, consorzio e produttori.

